Sabato 08/09 allunghiamo il giro

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In quattro temerari, incoscienti ed incuranti di quello che ci aspettava.

Arrivati a S. Cristina dopo uno sguardo panoramico per individuare le vie di accesso per la montagna, abbiamo iniziato a ‘provare’ qualche stradina, con esito negativo, la strada maestra purtroppo era asfaltata, ed il nostro IO si ‘rifiutava’ di percorrerla, approfittavamo quindi di ogni variante che salisse verso la montagana per avvicinarci alla nostra meta (il bosco oramai bruciato fra Rossella e P.zzo Parrino). E’ così che i Km di salita si sono assommati e ci (o almeno MI) hanno sfiancato e svuotato le gambe. Alla fine la nostra perseveranza è stata premiata, con una strada sterrata che ci ha permesso di arrivare proprio di fianco al bosco, purtroppo alla fine un cancello privato ci ha sbarrato il passo. Pedalavamo da 3 ore circa, eravamo spersi in mezzo alla montagna, eravamo stanchi ed altre strade nn se ne intravedevano, gente normale avrebbe fatto inversione … Il pascolo (recintato) alla nostra destra era percorso da un sentiero di cui non si vedeva la fine, era il caso di percorrelo ? Troppo tardi, stavamo già pedalando in una forte salita, un fondo pieno di buche (quelle fatte dalle zampe delle mucche che in inverno affondavano nel fango), rendevano l’avanzare ancora più faticoso. Tutto bruciato, neanche un filo d’erba a rallegrarci lo spirito. Alla fine eravamo raggiungevamo la collina da cui si apriva l’orizzonte e potevamo intravedere la ‘via’ (attraversando sempre pascoli bruciati) per raggiungere e ricollegarci alla strada che ci avrebbe portato a Marineo.

Da là ho iniziato a fare qualche foto …

 

Il resto … mentre scendevamo per i pascoli (ed aver attraversato un paio di recinti), una traccia ha cominciato a prendere corpo, diventando alla fine una strada sterrata transitabile, così mentre scendevamo a velocità, una masseria in lontananza, avvicinatosi, presentava una bella e rifrescante piscina … avevamo raggiunto Parco Vecchio dalle spalle !!!

  

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 La discesa a rotta di collo, fino a raggiugere il fondovalle di Marineo è stata mitigata dalla conoscenza della salita interminabile che ci aspettava e che ancora oggi non risco a digerire, non tanto per la sua pendenza (leggera ma continua), neanche per la lunghezza (qualche Km interminabile), ma per il fatto che la facciamo a ‘fine giro’, quando cioè le gambe sono completamente svuotate e la stanchezza ti fa percepire un Km ogni metro di salita …

 

A voi le foto nell’album a destra in pari data.