05-10-2014 – GF Ficuzza

Una delle poche gare che faccio durante l’anno, ci sarà un motivo …

Da qualche settimana prima, ho iniziato a provare il percorso, ancora diverso (mi dicono) di quello dello scorso anno … qui è meglio calare un velo pietoso, sulla prova fatta scaricando una traccia falsa, dal sito ufficiale.

Il giorno prima visione condizione meteo, piove, non piove ? Come mi vesto ? Il pomeriggio toglie ogni dubbio (pioggia torrenziale per un’oretta circa), abbigliamento pioggia.
Salgo a Marineo a ritirare il pacco gara, ed anche lì piove, vabbuò, meglio montare i copertoni fango a questo punto, non vorrei rompermi l’osso del collo con le coperture liscie che uso di solito (i miei amici sanno che spremo fino all’ultima goccia da un copertone).

Questo anno, la mia preparazione lascia a desiderare, ho grossi dubbi su riuscire a completare la prova indenne, e se ci sarà fango, so che sarà ancora più dura.

Obiettivo arrivare a fine gara, e possibilmente senza i crampi delle versioni passate.

Poco prima della partenza, un altro colpo di acqua, ci leva ogni dubbio, chiedo notizie se ci sono variazioni di percorso, e mi confermano quello normale, se dovesse aumentare, si cambierà per il tracciato alternativo, in corso d’opera.
Si parte ‘quasi’ puntuali, ore 10.10 circa … il serpentone comincia a sciogliersi, mentre i soliti s’infilano nelle prime file, io non ho premura, ho tutto il tempo che voglio, non devo fare risultato e non ho nulla da dimostrare, lascio scorrere. So già come andrà, ho rivisto la GF tante volte nella mia mente, so che succederà alla pale eoliche, poi alla salita della Sovarita, ed il tappo che troverò nei due strappetti in fango all’ingresso del bosco. Mi metto quindi tranquillo e .. rassegnato, attendo il mio turno, mentre quelli avanti a me spingono a piedi, neanche ci provo, tanto mi bloccano subito. Accenno qualche sorpasso, timidamente, quasi di nascosto … e uno, e due … ne passo circa sei, mentre spingono a piedi, chiedo permesso e sui pedali riesco ad uscire dalla mischia, ora ho la strada libera davanti a me (siamo ancora nel lungo ST dopo la Sovarita), accellero e riprendo il gruppo di davanti, qui non posso sorpassare (e non voglio, visto il fondo scivoloso). usciamo su strada bianca, chiedo permesso e mi lasciamo passare, pesto un poco, mi raggiunge Gaetano Rili, facciamo un pò di strada assieme in salita, poi se ne va. Subito dopo arriva Francesco Giamporcaro, scambiamo qualche parola, ma il suo passo è diverso dal mio e … se ne va.
A breve lasceremo la strada bianca, per prendere il primo rampone che ci porterà alla salita dei dannati, al pietrone e alla discesa tagliafuoco, già tristemente nota. Coda anche qui, prendo il biglietto per il mio turno, il primo pezzetto a piedi, poi in sella, salgo lentamente, le coperture si comportano bene, ottimo grip, chi sale a piedi mi lascia passare meravigliato, qualche radice scivolosa, viene superata agilmente e via …

2° Parte

E’ tempo di alimentarsi, devo decidere, o pedalo, o respiro, o mangio, provo a fare tre cose assieme e niente da fare ; non mangio !
Il pietrone scivolosissimo, questo cacchio di scarpe con gli agganci rapidi, sono un inferno, sono già piene di fango, il pietrone bagnato e fangoso non lascia tregua, andare a finire sul filo spinato a sx facilissimo, passo in punta di piedi, tipo ballerina …

Ora tocca al tagliafuoco, sarà completamente rovinato dalle piogge, ed infatti una bella sorpresa, una fettuccia lo taglia trasversalmente, invitandoci   a passare a fianco sul bordo erboso, meno male ! I solchi erano profondi e questa è stata un’ottima idea, per la sicurezza dei Biker.

Scendo fino al bivio Gorgo del Drago-Gorgo Lungo, e lo staff mi invita a salire per Gorgo Lungo, ancora gente a piedi che mi blocca, mi fa scendere dalla bici, passo di lato, corro (a piedi) e mi rimetto in sella, non scenderò più ! Adesso è leggera discesa, passiamo un avvallamento fangoso, il ragazzino che mi precede tentenna ed appizza (gli si bloccano le ruote nel fango và), sono costretto a fare una monovra di emergenza nel fango, pure con lui debbo combattere, ma riesco a mantenere l’equilibrio e riprendere il controllo, passo indenne, al prossimo avvallamento cambio traiettoria rispetto a quello che mi precede, ed infatti lui si blocca, ed io passo tranquillo, adesso sono solo, accellero per imboccare il bellissimo ST in sottobosco che mi porterà al laghetto di Gorgo Lungo, poco prima dell’ingresso incoccio invece un Biker, mi frenerà, pazienza, mi metto docilmente dietro, rassegnato, e vedo che invece va … lo seguo a debita distanza, voglio avere la visuale libera, ci infiliamo come saette fra i pietroni, i rami, gli alberi ed i dossi, ed in uno di questi perde il controllo (lo dicevo che stava andando troppo veloce), volando per terra malamente, plano dolcemente verso di lui, mi fermo e gli controllo gli arti superiori ed inferiori, sembrano integri, nel frattempo dolorante si rialza (ancora dietro nessuno), lo guardo in faccia, gli chiedo come va, mi sembra sobrio, lo sorpasso e riparto, qualcuno mi segue …

3° Parte

Arrivo al laghetto di Gorgo Lungo, passo veloce sul suo fianco dx, mentre a tratti il fondo cambia e diventa sabioso ed insidioso, passo indenne, salgo per il dosso da cui inizia la discesa che ci porterà al raccordo della carraia per il Gorgo del Drago, ma arrivato in cima, vedo un cartello un poco posticcio che segna a sx, alcuni biker sono andati dritto e sono scesi giù per in sentiero, sono 100 mt che ci collegano all’incrocio di cui prima. Mi fermo, valuto, nel frattempo arrivano gli altri, qualcuno mi sorpassa e tira dritto, chiedo conferma al buon Giusto B. e parto per il ST, nel frattempo arriva Ninni e si accoda anche lui. Saliamo per il ST, lo facciamo tutto, poi la discesa, poi la curva e finalmente dopo un poco di sali e scendi, siamo al Gorgo del Drago, spero e dico a Ninni che a quel punto ci vorrebbe una postazione dei giudici, perchè tagliare anche in buona fede, è facile, pensa poi a chi ci marcia …
Invece nulla, nessuna postazione.

Bene … anzia, male ! Proseguo la mia gara, accellero un poco sulla carraia, molto sconnessa a causa delle piogge notturne per andare a prendere il lungo ST che ci porterà alla linea ferrata, calo come un forsennato e vado a riprendere alcuni biker in fondo, mi metto in coda e mi adeguo al loro ritmo, di tanto in tanto ne sorpasso qualcuno, ma non voglio rischiare più di tanto. Ora davanti a me c’è una ragazza … va abbastanza bene per una donna in quel fondo, brava ! Mi tengo a debita distanza, non voglio innervosirla, il fondo peggiora, ora profondi canaloni attraversano quel che rimane di una ‘strada’, rallenta ancora si sta fermando, chiedo permesso e passo, la invito a stare attenta lì, il bordo sciviloso ti porta in pendenza verso il centro, nel solco profondo, da cui non si può più uscire. Entrare lì è caduta sicura.
Un’altra ragazza avanti a me, lascio stare, arrivati all’incrocio con la linea ferrata che porta a Godrano, lascio il freno a mano e parto.

Accellero, bevo, accellero ancora mi guardo dietro, nessuno, posso divertirmi un poco a zigzagare 🙂 … la festa dura poco, ‘sento’ qualcuno che mi segue, vado troppo veloce per girarmi dietro a guardare, questi si avvicina, ma nn riesce a sorpassarmi, oramai sento il rumore della sua bici che saltella sul fondo pietroso, mi sta infastidendo, non mi diverto più, non posso zigzagare, perchè non passa e si toglie dalle palle ?

Alla fine stufo rallento leggermente e lo lascio passare, ora la discesa diventa un poco impegnativa, il personale di servizio ci indica di rallentare, io ubbidisco ed accenno col capo. Ora inizia il fango, quello serio, dapprima fa capolino timidamente, poi sempre più insistentemente, riesco a passare sempre indenne, mentre gli altri spingono a piedi, riesco ad arrampicarmi miracolosamente, conservandomi le scarpette pulite, mi sono stancato di chiedere permesso, ora dico solamente “ESSO !”  Le copertura fango lavorano PERFETTAMENTE !
Oramai il fango è ovunque, la catena ne ha preso un pò, ora si distribuirà per tutto il gruppo trasmissione, so già che succederà a breve. E’ ora di mettere in azione le misure antifango …

Attendo di aver attraversato tutti i tratti fangosi, passo gente che bestemmia contro i santi, chi impreca contro gli organizzatori, chi sbatte la bici contro il paracarri, qui una ruota smonata, lì un copertone spaccato, là una bici lasciata a terra senza la ruota posteriore (sarà quella di 5 muniti fa), i clink-clak dei cambi che si controcono sotto lo sofrzo della salita e con l’aggravante del fango; l’acconto della salita dei dannati (così l’ho battezzata un paio di anni fa al suo primo inserimento in GF) risulta già un’ecatombe. Io mi fermo, adesso è tutto asfalto, ed è ora di ‘pulirsi le unghia’ …

Un poco di Biker mi sorpassano, fra cui Ninni, Pasquale e Sandro, ci sarà tempo anche per loro … eheheh …

Arrivo nella piazza, oggi niente gradini (negli anni passati si facevano i gradini della piazza a scendere), mi fermo al punto di ristoro, faccio il pieno e riparto.

Ora comincia una bella salita, ma la mia bici è lenta, sembra frenata, salgo lentamente, ma costante.

Piano piano si forma il gruppo dei miei simili, Daniele (Kadera Bike) mi affianca, e mi chiede notizie sulla ruota posteriore, è a posto, gli rispondo (aveva forato poco prima ed era uscito copiosamente un bel pò di liquido). Nel frattempo un altro biker mi affianca, toh, è quello di prima, quello che mi stava attaccato nel tratto della linea ferrata, mi chiede quanto dura la salita, gli dico che ancora deve cominciare, e si ‘calma’. Un altro Biker ci affianca, scoprirò dopo che è un francesce (mi pare Dennis) di Saint Sigolene (paese gemellato con Marineo), gli chiedo se conosce il percorso, e mi dice che è la prima volta che lo fa (ripeto, lì nn sapevo chi fosse).

Si è formata la compagnia, adesso è ora di provare la gamba, forzo e va, accellero, stacco i miei amici, ma per poco, dopo un pò mi riprendono, provo a forzare un altro poco ed aumentiamo progressivamente di ritmo, poi ricordando quello che ci aspetta, decido di conservarmi e tornare a ritmi più vicini alla mia preparazione.

L’amico di prima mi chiede di nuovo se c’è ancora molta salita, gli rispondo di si, mi ripeterà ancora la domanda dopo qualche kilometro, allorchè infastidito gli rispondo “ma goditi la gara, non pensare a quello che viene dopo, pensa a pedalare adesso !!!”.

– LUI- Guarda che io non sono in gara

– IO- ma come non hai il numero ?

– LUI- si ma sono del percorso corto

– IO- ma allora sei fuori strada, il percorso corto si chiudeva alla linea ferrata

– LUI-va be che ci fa, non si può cambiare percorso dopo durante la gara ?

– IO-penso proprio di no, temo che ti abbiano squalificato

–  LUI-che me ne frega, io mi sto divertendo tantissimo

Questo ragazzo è da ammirare, dall’accento mi è parso dalla zona di Agrigento … chissà se leggerà questo mio articolo e se si riconoscerà !!!

Ora l’asfalto sta per finire, inizia il primo rampone in off road, la pendenza è elavata, il fondo sciviloso, alcuni biker che mi precedono, preferiscono scendere dalla bici e proseguire a piedi, il mio amico francese pure, quello avanti a me ci prova e fa una brutta caduta laterale rimanendo agganciato. Io abbasso la velocità, metto la ridotta e cerco il percorso migliore, salgo pesantemente, ma salgo (in sella). Ora c’è una leggera discesa, ed inizia di nuovo lo sterrato, anzi fondo sabbioso, vado di manico, e stacco i miei amici.

La salita si presenta presto a chiedere il conto, la mia DAG è ancora frenata, faccio una fatica immane a pedalare, sono costretto a calare un bel pò di marce … cosa è successo ? Sono io stanco, sono le ruote frenate, oppure è il fondo ?  …. qualunque cosa sia, la ZITA E’ QUESTA, e bisogna pedalare, dopo un pò arriva infatti Daniele (Kadera Bike) e riprendiamo a parlare allegramente come due vecchi amici …. sali e scendi, ora vedo dietro anche il mio amico francese e quello del percorso corto, poi prendo il ritmo e li stacco di nuovo tutti e tre. Accellero, adesso mi sento meglio, ma non voglio strafare, quella salita è micidiale, lì due anni fà mi ‘masticai’ i miei amici Gioacchino e Rino, ma quest’anno è un’altra musica, manco li ho visti, io sono meno allenato, e loro molto di più (a fine gara mi daranno oltre 15 minuti).  😉

Ecco il primo innesto alla carraia che mi porterà ad Alpe Cucco, mi guardo dietro, sono solo … pazienza.

4° Parte

Oramai è finita, forse accellero un altro poco, dando fondo alle ultime risorse, tanto ci sarà il ristoro ad Ape Cucco, e così è. Prendo un succo, chiedo i sali (utili epr i crampi che mi verranno fra poco), mi dicono che li hanno, poi ridono, mi dicono che non si sono, alla fine un succo mischiato con sali; stavolta non voglio stare fermo 15 minuti come la GF scorsa, e ruparto subito. Sono passato solamente due Biker, e li riprendo subito, ora si fa in leggera discesa in un ST che ci porterà al Pulpito del re, ma prima al Giardino delle Farfalle (e laghetto annesso).

In prova percorso lì abbiamo avuto problemi a trovare la traccia giusta, in quanto il percorso non si notava bene e la traccia imprecisa, oltre che piena di cespugli spinosi, forse adesso no .. forse.
Il fondo è scivoloso, fango già compattato dalle bici precedenti, ci sono un paio di canali, se ne scegli uno, poi è difficile uscirne, ed essendo scivolosi, capottamento è all’angolo, vado sulle gambe, prudente, ho ancora una certa elasticità, e la uso, mi stanco pure in discesa ma … questa è !
Il biker che mi precede è sempre lì, stessa distanza, non posso girarmi indietro, ogni metro, ogni cm nasconde un’insidia, distrarsi può essere fatale. Laghetto, carraia per il Giardino delle farfalle, un biker mi sorpassa, accellero, ma è più veloce di me, e lascio correre.

Ora dobbiamo aggirare il ST scosceso che ci porterà ad attraversare il torrentello (chissà se c’è acqua dopo le recenti piogge) e poi sottobosco per il Pulpito del Re; niente acqua !

Adesso si sale a piedi, fra la pendenza, fra i solchi scavati fra la roccia calcarea, fra la stanchezza, salire è impossibile, ora ci sono pure dei gradoni da superare, l’acqua ha scavato tanto …

Finita la salita, superato il cancelletto, inizia il dolce ST, ma rilassarsi adesso può essere fatale, passo veloce e delicato fra i pietroni, mi prendono il numero, Pulpito del Re, discesone verso la carraia, calo come un forsennato, ora è tempo di recuperare, poche salite mi mancano.

A Ficuzza mi accennano di rallentare, causa un ‘cucchiaio’ molto profondo, seguo le loro indicazioni, niente di che, boschetto, Palazzo Borbonico di Ficuzza … c’erano dei gradini, ma li ho superato a piè pari, mi indicano ancora di rallentare, e che cacchio, siamo in gara !!!

Esco dal portone principale, svolto a dx e mi infilo nei gradini che mi porteanno all’antica stazione, la gara è oltre la metà, la drenalina aumenta ed in discesa anche la velocità. Alcuni amici di Marineo, mi invitano a rallentare e fare attenzione, poichè c’è all’Antica Stazione un intrattenimento con ospiti in giro …. adesso è certo, ce l’hanno con me, eheheheh  …

Lungo sterrato della vecchia linea ferrata, che mi porterà a S. barbara, qui nell’ultima GF, fecero capolino i crampi, ma li ricacciai indietro (mi pare), ero con Luca allora. Ora interrogo le mie gambe, ok su tutta la linea, “puoi andare” fu la risposta. Si riprende a pedalare di lena, salgo le marce, accellero ancora e trovo il mio ritmo, ma la galleria nonostante la velocità, non sembra arrivare mai.

Eccola, potrei salire a dx su ST ed evitare di farla, risparmiando un bel pò di strada, girando e salendo poi sull’asfalto, ma il pecorso prevede la galleria e quindi si attraversa.

All’uscita il buon Rosario mi invita a salire per il ST a dx (lo sapevo), ma lo ringrazio lo stesso, per la sua gentilezza. Salgo fin dove posso, poi per non strafare proseguo a piedi. S. Barbara, ambulanza, medici, gente a fare foto, curiosi, orario ? 14 passate , e quando arrivo ?

Adesso mi aspetta una bella salita, oramai sono solo da un bel pò, nessuno avanti a me che mi stimola ad accellerare, e nessuno che mi insegue, mi adagio piano piano, e cerco di resistere e mantenere un buon ritmo. In cima alla salita, dopo il bivio per il Gorgo del Drago c’è il punto di ristoro, forse l’ultimo, ho famuccia, il punto oaramai quasi sguarnito, mezza banana e via di corsa. A 20 mt a sx l’innesto per il lungo ST a scendere, il fondo bellissimo, soffice ed in sottobosco, come piace a me, cadere lì non ti fai male, devi solo stare attento agli alberi ed alle radici, accellero sempre di più lasciandomi andare a qualche derapata, dopotutto son qui per divertirmi e non solo per ‘arrivare’. Arrivo giù e dopo uno strappetto trovo un biker fermo a fare il cambio olio, è Pasquale che riparte subito dopo e mi farà compagnia per un pò.

Adesso ho lo stimolo, si va in giostra, anche lui accellera, caliamo come forsennati, sento il fruscio delle sue ruote dietro, mi lascio andare a qualche virtuosismo, qui lo scorso anno non riuscivo più a ‘copiare’ i dossi, in quanto le gambe erano andate, ora anche se stanche, eseguono i miei ordini, significa che i crampi verranno a Valle Arcera (come sempre).

Caliamo veloci, ora il fondo è cambiato e ci sono dei pietroni, rallento un poco, non vorreti strafare, Pasquale decide che vado piano e mi sorpassa (lo riprenderò in salita prima dell’arrivo).

Continua ….

5° Parte

Questo racconto sta diventando un libro cuore, le puntate si allungano sempre di più, il tempo sempre di meno, e oggi siamo al 23/10 ! La GF uno sfocato ricordo … forse …. e che vi devo raccontare ora ?

eheheh ….

Per un pò lo lascio andare, poi decido di stargli dietro, e così è lo seguo a debita distanza, mentre lo vedo passare in scioltezza fra i massi e le pietre, ultimo curvone a sx, con pietrone (la volta scorsa era dipinto di rosso, facendo un poco impressione …) e siamo sulla carraia, zona Valle Arcera, la strada in leggera discesa ci inviata a correre, e così è, calo qualche altra marcia e si va veloci, come su asfalto, gli alberi sfilano come saette, calma (mi dico).

Ecco il momento del conto, la castagnera, e come temevo arrivano i crampi, rallento in salita, mentre Pasquale piano piano se ne va. Metto in atto tutte le tecniche anti crampo che ho sperimentato nei mesi precedenti, finalemnte riesco a vincerli e dolorante guadagno la cima della salita, punto di ristoro, chiedo la pasta, e mi dicono che è gia pronta, ma all’arrivo … e cu c’iarriva ? 🙂

Ora si cala per Val dei Conti, sono di nuovo solo, esco dal bosco, sottopasaggio sciviloso (causa piogge), deciso di scendere e farlo a piedi, non si sa mai, la poca lucidità potrebbe essere fatale a fine gara. Attraverso la stradina a fianco del lago, salitella e vedo in lontananza dei Biker. Do fondo alle ultime energie, e pedalo al meglio che posso, ma loro sono sempre lontani, anche se di meno. In pianura accellero di nuovo, l’asfalto sta finendo fra poco lo sterratino in discesa e poi il muro per entrare in paese. Lì l’ultima volta mentre avevo difficoltà a stare in piedi sui pedali mi superò a tutta birra un folle su una full (poi rivelatosi il mio amico Giovanni C.), con cui si innestò una battaglia nel muro finale prima del paese (vinsi io, con sua grande rabbia ed imprecando contro il peso della sua full).

Calo pulito, tranquillo, oramai l’arrivo è prossimo e voglio chiudere la mia GF intero, oramai è da oltre 4 ore che pedalo, anche se il fango un ricordo lontano ma presente (nella mia DAG, nel mio completino, in faccia, sopratutto gli occhiali e in mente). Ancora autoambulanza, gente in preda ai crampi, i miei sono scomparsi, chiamo in raccolta tutti i  miei muscoli e mi metto duro in salita, sorpasso Giovanni L., sofferente per i crampi, lo incoraggio, Alessandro F. Ninni C, Pasquale (di prima), vado in progressione, sembra non mi stanchi mai, ma anche la salita sembra non finire mai.

Asfalto !
Una ragazza dello STAFF mi indica una variante sul percorso, entro in paese, mi vien da accellerare, ma so che mi freneranno ancora, qualche incrocio cittadino, fatto in velocità, mi fanno largo, mi incitano sono in piazza, sto bene, mi infilo nel corridio formato dalle transenne, rallento, avevo immaginato la conclusione della mia GF su una ruota, interrogo le gambe e se la sentono, rallento ancora per portarmi a velocita d’impennata poi vedo i miei amici appostati lì, i giudici, gli spettatori … ho 54 anni che cacchio vuoi fare ?, mi dico e se cappotti all’indietro ?

Vabbò, niente impennata, facciamo l’arrivo liscio come tutti, soddisfazioni ne ho avute abbastanza per oggi.

Adesso è tempo di considerazioni finali.
1) la testardaggine della macchina organizzativa a voler fare il percorso lungo in ogni caso (nonostante le piogge abbondanti e nonostante la disponibilità del percorso alternativo) è stata abbondantemente criticata, anche io nei primi Km della gara avevo seri dubbi circa la certezza del tipo di percorso mi apsettavo, poichè mi era stato detto che si sarebbe potuto cambiare percorso in ‘action’, quindi durante la gara, con ciò che questo comporta. Alla fine ne è valsa la pensa, e sposo la scelta della direzione di gara, anche se capisco che il mio diletto (il fango abbondante, con tratti molto difficili da fare in sella, ma non impoossibili), sono diventati la croce per chi è più abituato a pedalare che non a cercare percorsi impervi.

2) Le bestemmie contro i Santi e le imprecazione contro gli organizzatori che sentivo ogni tanto e sopratutto nella salita all’ingresso di mezzoiuso, dopo che le bici erano ricorperte di fango, con le ruote bloccate, catena e gruppo un tuttt’uno, non fanno certo bene a questo sport, ma sopratutto non fanno bene a chi le ha pronunciate, poichè non si capisce a questo punto con queale spirito si possa partecipare ad una competizione del genere.

Facciamo Mountain Bike, e le difficoltà del terreno, fanno parte di questo sport, poi che sia fango, acqua, neve, un salitone, un muro, un discesone, gradini o quant’altro la natura (e l’uomo a volte) ci mettono davanti, si devono affrontare e passare, se non vi sta bene, cambiate sport, fate bitume, ci accucchiate più fiura !

Ne ho tanti amici che si dedicano esclusivamente a questo sport, ed ognuno ha da trarre le proprie gioie (e dolori).

3) La voglia di risparmiarmi per non cadere preda dei crampi, come diversi Biker che ho visto fermi al ciglio della strada, mi ha fatto perdere minuti preziosi, e forse ho esagerato, dato che sono arrivato a fine gara, con ancora riserve da sfruttare; non ero spossato va !

Certo l’ultima volta ci avevo messo 4 ore e 20 minuti, adesso 4 ore e 45 minuti, ma il percorso era più lungo (59 Km a contakilometri, pur avendolo attaccato in ritardo). E per giunta il fango mi ha rallentato moltissimo, anche se obbiettivamente le soste nei ramponi iniziali (Sovarita e variante pietrone) sono state meno lunghe dello scorso anno.

Ma è tardi, e le Elezioni Comunali incombono !

Alla prox.

 

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3 risposte a 05-10-2014 – GF Ficuzza

  1. Totino Giamportone scrive:

    Grazie per questa cronaca metro dopo metro. Per me che non farò mai la granfondo ècome viverla in prima persona. Grazie Filippo.

  2. Gino scrive:

    Grazie e te per il feedback, Totino.
    Dare le emozioni che tu hai provato leggendolo, è uno dei miei obiettivi, per chi se l’è persa, non vuole, non può, o semplicemente è lontano dal mondo MTB, per fare amare questo sport e questa splendida manifestazione che ahimè, negli ultimi anni si sta un pò allontanando dallo spirito iniziale.

  3. Pierpaolo Lungaro scrive:

    Grazie! Quest’anno non ho partecipato causa infortunio. Ma…..leggendo la tua cronaca e chiudendo gli occhi….mi sembra di essere stato lì con voi!!

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