Invito alla riflessione

Un articolo un pò fuori dal binario di questo mio Blog, ma ritengo utile e doveroso, oltre che di attualità, dato che tocca le nostre tasche, la nostra società, e la qualità della vita del mondo in cui viviamo (per adesso).

I rifiuti.

Con tale termine ci si riferisce a quei prodotti secondari, derivati dalla lavorazione (ovvero trasformazione di prodotti in altri o in energia e/o viceversa) che non essendo appunto l’oggetto principale dell’attività di lavorazione/trasformazione non hanno importanza, e sono scartati.

Bada bene, ho detto prodotti secondari, o scarti. Quindi essi possono essere prodotti da un’industria che produce sapone, o vernice , o anche chi produce energia elettrica (tanto cara a me, visto che sono Perito Industriale per l’Elettrotecnica), bruciando ad esempio gasolio o carbon coke (no non è il carbone che tutti conosciamo), oggi in disuso per ovvie ragioni.

Uno scarto diventa rifiuto, quando noi vogliamo liberarcene (ne rifiutiamo il possesso appunto), fino a quel momento era una risorsa come un’altra (un’altra forma di energia, magari più grezza e difficile da usare).

Ma lo scarto viene anche prodotto in casa nostra, ed è su questo che voglio farvi riflettere. L’argomento rifiuti è molto vasto e non ho la pretesa di fare un trattato e tantomeno esaurirlo in queste quattro righe (già stanchi di leggere ? 🙂 ) e neanche avere la presunzione di insegnare e/o di sapere (dico sempre che “so di non sapere”).

Lo smaltimento dei rifiuti urbani è diventato un problema a causa di una serie di fattori dovuti ad un insieme di condotte industriali (i packaging, basta vedere quanto cartone buttiamo), il consumismo,  la pubblicità, ect.

Il rifiuto che produciamo in casa è composto da diverse tipologie di materiali, di cui alcune riutilizzabili (la maggior parte) anche in casa.

In Italia molte sono le città che fanno la ‘differenziata’ che ha come obiettivo proprio quello dividere lo scarto per tipologia e prevedere un trattamento adeguato per ogni tipologia.

In particolare oggi mi voglio soffermare sull’umido.

Una foto e poi riprendiamo il discorso.

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Notare le radici e la ricchezza di questo humus, è il risultato della decomposizione (quasi 18 mesi) dello scarto prodotto in casa. E’ un ottimo fertilizzante ed arrichitore naturale del terreno che possiamo utilizzare nell’orto di casa, nel giardino, nel balcone, senza la necessità di andarlo ad acquistare a parte. Ma sopratutto non inquina e non produce rifiuti.

Basandomi sull’esperienza personale, ho notato che,  se ogni giorno mettiamo da parte gli scarti delle verdure, le bucce dei frutti, le foglie di tutto quello che è verdura, frutti ecc, cartoni, carta e tutto quanto si ‘squaglia‘ nell’acqua (molti packaging non plastificati), possiamo ridurre di oltre il 30% la massa dei rifiuti prodotti giornalmente da ogni famiglia, moltiplicate per il numero di famiglie e …

Questi scarti, possono essere messi in un contenitore a ‘marcire‘; la compostiera (cercate su google, atrimenti queso articolo diventa troppo lungo) fatta con certi criteri, che li ‘lavorerà’ per noi, diminuendone il volume.

In pratica con la decomposizione, il volume degli scarti diminuisce e la compostiera ‘digerisce‘ quello che noi buttiamo. Ho sperimenttato che una famiglia di quattro persone impiega oltre un anno per riempire una compostiera artigianale, fatta da un barilotto di 80 Litri.

Rifletette … se ne avessimo una per ogni famiglia … anche sul balcone …

e se (finalmente) domani i rifuti si pagheranno a peso prodotto …

e se invece (che pagare i rifiuti prodotti) rivendessimo l’Humus prodotto guadagnondoci ?

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